Villa Glori, Platone o le Sardine?
Questa mattina ho partecipato presso l'Auditorium di Roma Parco della Musica, al primo degli incontri del ciclo DIALOGHI sul DIRITTO - IL FUTURO DEL DIRITTO, IL DIRITTO DEL FUTURO, all'interno del progetto Lezioni all'Auditorium.
Tema dell'incontro La sfida al potere con Valerio Onida, Presidente emerito della Corte Costituzionale e Nadia Urbinati professore di Teoria politica alla Columbia University di New York.
Confesso un'iniziale timore di essermi addentrata in un mondo fatto di addetti ai lavori, timore rientrato nel giro di pochi minuti grazie alla capacità dei relatori che forti delle loro competenze non hanno avuto bisogno di rendere complicate e astratte parole e concetti come popolo, stato, potere , nazione, democrazia, sovranità raccogliendo tutto in interventi fluidi, scorrevoli, immediati nella comprensione e nella condivisione.
E' stato piacevole inoltre vedere sul palco e seguire i contributi video di una rappresentanza di studenti di Giurisprudenza di Roma Tre e assistere alle letture di Gaia Messerklinger.
Ancor più interessante partire dall'Articolo 1 della Costituzione Italiana, fare una tappa con Platone eLa Repubblica - la cui lettura renderei obbligatoria per chi intende fare politica-, proseguire con Zuckerberg, i social media e le loro influenza nel mondo della politica o piu' semplicemente nella formazione dei consensi e di una audience, non sempre con risvolti positivi e concludere buttando l'occhio sulle "sardine".
Le "sardine" ecco... che hanno saputo far riemergere (consapevolmente o meno) il desiderio di "piazza" della gente. E questo mi riporta curiosamente al capitolo di un libro che sto leggendo, Giustizia e Bellezza di Luigi Zoja (ed.Bollati Boringhieri) : " ... la piazza, il luogo in cui la gente comune si riunisce e, come può, esercita il suo potere [...] Per il cittadino greco, recarsi in piazza per discutere e decidere le vicende collettive era un dovere primario. La piazza, dunque, è ben altro che un luogo di pubblico passaggio..."
La necessità di confrontarsi, di vedere volti, di dialogare al di là di un like, di un post, di un tweet, di metterci la faccia - metaforicamente e non - deve tornare ad essere una priorità. Il confronto corretto, pacato e sereno tra le mie idee e le tue, alla ricerca dell'interesse comune è l'unica via per nutrire il rapporto di fiducia che è alla base di ogni collettività. E questo confronto deve avvenire tra cittadini, partiti, istituzioni, governi.
Ma ecco la domanda che mi è rimasta appiccicata addosso : quanti di noi ripongono fiducia in chi ha eletto a rappresentarlo? E sopratutto lui, lei, loro rappresentano me, le mie idee, i mie valori? Condivido le loro idee o loro sono lì a governare la res - publica perchè sono stati abili ad usare e rivendermi le mie idee?
Che dite era meglio una passeggiata a Villa Glori?