"Specchiandoci negli altri e nelle altre cose, impariamo chi siamo"

23.03.2020

No, non è farina del mio sacco questa frase, bensì di Carlo Rovelli ed è  tratta da Sette brevi lezioni di fisica  ed. Adelphi, una raccolta di brevi articoli trasformati in "lezioni" che il fisico scrive "...per chi la scienza moderna non la conosce o la conosce poco" .

La prendo a prestito non certo per parlare di scienza moderna ma per riflettere un po', cosa che in questi giorni mi scopro fare con frequenza (saranno i capelli bianchi che prendono sempre più spazio). Il fisico la usa per invitarci ad osservare il mondo e la natura intorno a noi ed accettare di essere parte, piccola parte, dell'universo. Io le voglio dare una tonalità di empatia. 

Stiamo tutti vivendo giorni scuri, costretti nelle nostre case, costretti in una quotidianità che ci appare sconosciuta, costretti nell'immobilità, nell'incertezza, nell'impotenza. Costretti a pensare che quello che sta accadendo al Nord potrebbe accadere (accadrà e spero in misura contenuta) al Centro ed al Sud, che quello che succede nella città vicino a noi potrebbe succedere nella nostra, che quello che accade nel quartiere accanto potrebbe accadere nel nostro... che quello che succede al vicino, amico, conoscente potrebbe accadere a noi. In breve quello che accade all'altro puo' accadere a me.

E perchè non chiedersi: io come reagirei? Io cosa proverei? Io riesco a capire le emozioni che l'altro sta provando? Il suo dolore? Le sue pene? Non necessariamente lego il tema al coronavirus, ci sono persone che stanno affrontando disagi e problemi che si sono innestati nel periodo vedendo così moltiplicare l'angoscia e le difficoltà: penso a chi ha avuto a che fare con gli ospedali in questi giorni, a chi non riesce a vedere i figli da genitore separato, a chi è costretta a convivere con la violenza domestica, a chi vive con un disabile e non riesce a prendersene cura... 

Ci sono di contro anche persone che vivono isolandosi dall'altro, che per non rispondere alle domande di cui sopra lo allontanano, lo considerano appunto altro da se'. Cercando in svariati modi nell'altro la colpa ( politica, sociale, culturale etc etc ) di quanto accade a noi. E danno risposte a vanvera, pontificando dall'alto (?) dei loro video social e diffondendo come una pioggia appiccicaticcia i loro IOLAVEVODETTOPRIMA.

Cominciamo ad allenarci ora a vedere "a distanza di sicurezza" l'altro e nell'altro noi stessi, perchè quando tutto questo sarà finito - e finisce - ci dovremo specchiare negli occhi dell'altro e non credo sarà una passeggiata.

Buona visione!


 

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