Il ritmo della clausura
" Il ritmo delle persone è lento; non basta fare un click per fare una comunità, non solo monastica".
Questa frase è tratta dall'intervista di Marco Ventura ad alcune suore di clausura in un monastero di Clarisse, pubblicata oggi sull'inserto La Lettura del Corriere della sera.
L'intervista pone un interessante parallelo tra la "nostra" clausura imposta e la "loro" clausura scelta. Le monache ci invitano a riflettere su alcune parole chiave che in questi giorni si stanno rincorrendo : normalità, cambiamento, distanza, comunità con un duplice sguardo: il loro ed il nostro.
La normalità: quella a cui noi vogliamo tornare è fatta di impegni, incontri, lavoro, orari e scadenze da rispettare. La loro altrettanto, con la differenza che loro lo fanno con ritmi differenti, lo hanno sempre fatto. Il loro sguardo è sempre stato e continuerà ad essere rivolto agli altri seppur vissuto nel proprio isolamento.
Il cambiamento: il nostro è quello che tutti ci siamo augurati in questo lungo periodo di quarantena. Cambiare in meglio, cambiare dando spazio agli affetti, rivedere le priorità, rileggere le nostre relazioni sentimentali, affettive, puntare all'essenziale, essere solidali, presenti per gli altri. Loro lo hanno sempre fatto da quando ciascuna di loro ha scelto di entrare in un monastero , affrontando un percorso di clausura animate da una passione che è data dal messaggio del Vangelo e che condividono con gli altri. Lavorano da sempre per il sostentamento di chi ha bisogno, hanno da sempre relazioni fraterne.
La distanza: abbiamo imparato o dovuto imparare a tenere un certa distanza fisica dagli altri , ci è pesata molto questa regola, la mancanza del contatto fisico dalla semplice stretta di mano all'abbraccio degli amanti. Per alcuni forse il distacco fisico è diventato anche mentale, ci si allontana con il corpo e con la mente. Per le monache è sempre stato così, come dice Suor Michela: < Si puo' spaziare in senso fisico, ma si puo' spaziare in molto altri sensi [...] bisogna imparare a stare un po' sulla soglia della vita degli altri, e a non permettere agli altri di invadere la propria>.
La comunità: è stato un fiorire di riunioni a distanza, Zoom, Teams, Webinar, tutorial, fare gruppo insomma comunità digitali, a stare in modo anche "compulsivo" in contatto. E lasciatemelo dire... a volte ho invidiato il silenzio della clausura. Ops..sbagliato ! Anche le nostre si sono rivolte alla tecnologia per continuare a fare quello che hanno sempre fatto : accogliere le sofferenze dei bisognosi, ascoltare i loro disagi, offrire il conforto della parola di Gesù Cristo. Ma la comunità a cui esse appartengono è una comunità di persone - un laboratorio di vita citando Suor Chiara Francesca- che non si sono scelte, ciascuna di loro è entrata in monastero senza sapere chi avrebbe incontrato e con chi avrebbe condiviso la sua vita. Ciascuna con il proprio bagaglio di esperienza e con la propria essenza. E Suor Stefania sottolinea che: < Ci sono spazi vitali e spirituali di una persona e di un'altra che sono incomunicabili. Non bisogna mai cercare di forzare quest'area che appartiene solo a Dio> ... ora senza scomodare troppo l'Altissimo direi che una buona dose di "assenza di comunicazione" ogni tanto è vitale per ciascuno di noi.
Ora non leggete anche voi un ritmo diverso? Che non è solo quello del tempo, è un modo di affrontare le giornate con animo, spirito e cuore aperto, non distratto e ce lo ricorda in chiusura di articolo Suor Stefania, 71 anni e 45 di vita monastica: < Noi abbiamo giornate ripetitive. So già a che ora mi alzerò domani e cosa farò dopo. E' il ritmo della tua vita.Quello che hai sposato e ti piace. Pero' potrebbe essere la fine della tua vita se non te lo reinventi tutti i giorni. Per questo bisogna non essere distratti, cogliere le sfumature, i dettagli>.
Per completezza di informazione : Suor Michela di Cagliari ha 47 anni e 21 di vita monastica, Suor Chiara Francesca di Orbetello ha 54 anni e 35 di vita monastica e con Suor Stefania appartengono alla comunità monastica San Romualdo di Primiero provincia di Trento.