Il momento

11.03.2020

Stiamo vivendo giorni intensi, colmi di apprensione, inquietudine, preoccupazione, panico. Emozioni che appartengono al nostro bagaglio di esseri viventi e che nel corso del tempo ci hanno consentito di sopravvivere. 

Reazioni ad eventi specifici che durano un certo lasso di tempo. Il problema è che al momento non sappiamo misurare questo tempo che ci vede sospesi. Stiamo reagendo a questa situazione con tutte le nostre energie, con le nostre conoscenze, concentrando ogni nostro sforzo verso la gestione e soluzione del problema, cercando di bilanciare buon senso e attenzione.

Va detto anche che il panico e la frustrazione di questi giorni ci "regalano" panorami di idiozia pura e incoscienza ma anche questi comportamenti sono umani , in tutta la loro disumanità.

Di contro stiamo vedendo uomini e donne che dimenticando se' stessi danno anima e corpo nell'assistere, curare, occuparsi degli altri. E verso i quali non basta un semplice "grazie".

Si sono versati fiumi di parole ed elargiti consigli - a volte anche non richiesti -  su come attraversare queste acque turbolente. 

Credo che ciascuno di noi dopo un iniziale momento di enpass stia trovando il suo equilibrio e riprogrammando la quotidianità. Questo momento di crisi sta vestendo l'abito dell'opportunità, dell'occasione per riscoprire altre emozioni e ritrovare sentimenti e dobbiamo approfittarne, potrebbe essere l'ultima chiamata.

L'augurio è che tutto questo resti impresso nella nostra memoria, che resti in noi la consapevolezza che ogni nostra azione ha impatto sull'ambiente e su chi ci sta attorno. E che se non amiamo il mondo che ci ospita, facciamo la fine del pesce... dopo 3 giorni puzza e lo si deve buttare.

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