Comunicare semplicemente
O semplicemente comunicare?
Nel primo caso è comunicare ( che già è un'impresa) in maniera semplice, nel secondo limitarsi a comunicare, dare un'informazione. E se ci mettiamo una virgola il gioco si fa ancora più duro.
L'etimologia della parola ci dice che comunicare significa "mettere in comune, creare una legame, essere in una relazione", diventa allora importante sia il contenuto che la relazione tra il mittente ed il destinatario della comunicazione.
In questi giorni per svariati motivi mi trovo ad "osservare" come si comunica, sia chiaro non voglio fare trattati sul tema, ci sono esperti e studiosi che già lo fanno, ma solo fare delle riflessioni.
Se è vero che nella comunicazione le percentuali tra le parole, il linguaggio non verbale e para-verbale sono quasi tutte a favore delle ultime due secondo gli studi del Prof. Albert Mehrabian , è anche vero che i suoi studi analizzavano l'aspetto emotivo/sentimentale di una comunicazione.
A mio avviso la faccenda cambia sopratutto quando la comunicazione passa attraverso il canale digitale: un post sui social, una chat, un twitter, un sms ( roba da boomer lo so ma ancora ci sono), le emoji possono sostituire la parte "para verbale", la netiquette indica come usare maiuscole, punteggiatura etc, le GIF sono supporti validi ma LE PAROLE , quelle fanno la differenza.
Perché sono scritte e vengono lette e rilette, scavano il letto del fiume in cui scorre il discorso, costruiscono pensieri, lusingano o offendono . E restano, vanno sapute usare e dosare.
Personalmente mi piacciono le comunicazioni semplici, dirette, chiare. Evitando ove possibile di generare confusione o fraintendimenti, incomprensioni. Semmai stimolare domande e riflessioni ma anche in questo caso rientriamo nella comunicazione emotiva. Il contesto a cui ci si riferisce quando si comunica - lavoro, scuola, comunità'- è altrettanto importante, a maggior ragione quando ci si pone di fronte ad un gruppo eterogeneo, non posso sapere a priori se chi leggerà comprenderà tutte le parole che userò', se il mio modo di esprimermi gli arriverà o se gli sembrerà eccessivo, se coglierà nell'immediato il contenuto ed il significato di quello che sto comunicando. E allora semplicità : soggetto verbo complemento oggetto come dico scherzando ( ma non sempre ) o la regola delle 5 W se devo raccontare qualcosa: What - Che cosa, Who - Chi, Where - Dove, When - Quando, Why - Perché.
Credo sia una forma di rispetto anche questa.
Ad esempio perché riempire di fronzoli il messaggio: "chiudere la porta per favore", "non buttare cartacce per terra" o "spegnere le luci"?
Lasciamoci complicare e attorcigliare con e dalle parole quando dobbiamo dire cosa proviamo, come ci sentiamo, dai ! Volete mettere la differenza? Come godono e soffrono - perchè no? - il cuore e la mente, come lavorano alacremente alla ricerca del termine più appropriato? Più nostro? Non c'è paragone.
In realtà poi sappiamo che la Comunicazione (maiuscolo non casuale) è tutto quello presente nella mappa che accompagna queste mie parole e su quella c'è poco da dire.
Chiudo con un suggerimento di lettura tra i tanti sul tema:
Io non mi spiego tu non mi capisci - Xavier Guix, Antonio Vallardi edizioni, 2013
PS: ma saro' stata semplice, diretta e chiara? ;)
ph : Treccani, Thesaurus https://www.treccani.it/vocabolario/comunicare_res-a6db119a-df29-11eb-94e0-00271042e8d9