E' arrivato il tempo
Mi rendo conto sempre più frequentemente che le decisioni e le scelte da prendere ogni giorno sono innumerevoli. Dal come vestirsi la mattina al cosa mangiare per cena, fare una telefonata o una mail, prendere l'auto o andare a piedi... E queste sono facili.
Poi ci sono quelle che riguardano noi, il nostro animo. E quelle magari non si fanno ogni giorno ma quando tocca prenderle sono mani nei capelli!
Porto un esempio che mi riguarda: cosa fare del mio tempo futuro . Intendo cercare un lavoro che mi consenta un'entrata fissa mensile o procedere nel percorso di crescita che al momento non gonfia il mio portafoglio? O fare entrambe le cose? E ho energie sufficienti per farlo? Certo ho sempre lavorato, il lavoro innanzitutto... ma anche imparare cose nuove, formarmi in un settore che non mastico molto bene è un lavoro.
Ecco che il grillo parlante sulla spalla sinistra (vecchia conoscenza) si fa sentire : "Ricorda che non devi dipendere da nessuno, che poi se metti da parte dei soldini puoi permetterti di piu', e se ti succede qualcosa? dove vai alla tua età, chi te lo fa fare?"" e dalla spalla destra risponde il folletto ( arrivato lì qualche anno fa): " e chi l'ha detto che studiare, imparare significhi dipendere? E poi hai risorse sufficienti, hai forse necessità impellenti? E fammi capire 53 anni sono troppi per rimetterti in gioco? Non hai forse sotto gli occhi esempi a sufficienza di gente che si butta in nuove avventure, non li vedi i tuoi occhi quando ricevi stimoli nuovi? Te la sei dimenticata quella fibrillazione quando delle cose nuove che cominciano? E dai su".
A volte questi due li prenderei a sberle ma tant è.
C'è, tornando seri, una forte resistenza dentro di me a cambiare strada. Il mio bagaglio di vita soprattutto professionale, mi ha fatto fare un viaggio su binari sempre uguali, sicuri, diritti, senza curve o uscite di strada. Un lavoro, un ufficio, un'entrata fissa.
Salvo poi rendermi conto che mancava sempre qualcosa : lo stimolo, l'entusiasmo che dovrebbe stare nel viaggio stesso cioè crescere, migliorare. E a quel punto cambio! Ma era un cambio solo di vagone , il treno era lo stesso.
Ora mi trovo a pensare fortemente che sia arrivato il tempo di "deporre" le armi della lavoratrice indefessa e puntare lo sguardo altrove. Uscire dalla mia comfort zone, rispondere a questa resistenza figlia del mio sistema di vita e osare. Dedicare tempo e risorse a un progetto che potrebbe anche non andare in porto ma nel frattempo avrà aggiunto frecce nuove al mio arco. Fondamentalmente darmi una possibilità.
Non è una passeggiata, ma come mi ha detto oggi una persona a me cara :
"Ci si sveglia quando si ha la forza di tenere gli occhi aperti" e anche se la miopia avanza voglio vedere come va a finire.
Ho usato un mio momento di vita per dire che spesso la difficoltà che incontriamo nell'affrontare una scelta , quale essa sia , non sta in quello che si sceglierà ma nel processo di cambiamento, nella resistenza che è dentro di noi ,da sempre, a cambiare, a guardare oltre. Non è coraggio, piuttosto necessità di acquisire consapevolezza e fiducia nelle nostre capacità di adattamento a nuove situazioni. Lo abbiamo sempre fatto da quando ci siamo alzati su due gambe, perché non continuare a farlo?
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